TRISTE NOVEMBRE

La pioggia copiosa 
inzuppa i piedi 
a giardini e camposanti,
e il vento rumoreggia
tirando la giacca 
ad alberi e persiane
mentre il freddo 
bussa calmo
su mantelle e cappelliere.
I giorni son sempre più 
corti e tenebrosi, e bigi,
tutti i colori nell’aria 
si mescolano a quel grigio,
e le sere balzan lunghe
addosso e all’improvviso.
Troppa poca luce, 
ancor più poco sole
in questo mio 
triste novembre,
fatto di ripetute 
pigre camminate 
su fradici tappeti 
di foglie abbandonate.
E’ testarda quella porta 
che a stare spalancata
ancora s’ostina.
E, mentre qui langue 
l’attesa del tuo respiro,
da quell’uscio aperto
soltanto una ventata
d’aria indesiderata
prepotente s’inchina.
Perché tardi tanto? 
Non ho più armadi 
per questi brividi.
Arriva adesso 
e porta il tuo odore 
e i tuoi colori,
il tuo tepore 
e i tuoi umori.
Arriva, presto,
e chiudi dietro di te 
scomodi sguardi
di piogge e venti 
e porta e battenti.