19° POESIA A TEMA - L'ULTIMO GABBIANO - di SANTINO CICALA

19.09.2015 00:15

L'ULTIMO GABBIANO -"... Morti che vivi sotterrano lungo i fiumi

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Morti che vivi sotterrano lungo i fiumi
respirano coi polmoni del vento la parodia dei folletti
che presentarono un disegno di legge per abolire il mare
e disseccare i fiumi, sotterrare i vivi e disseppellire i morti.
Loro ascoltano la preghiera nel codice delle serpi
ma il messale nella bottega di mastro Boscaiolo cancella
esecuzioni e controlli e accoglie il verde,
solenne vestiario dei monti e le colline.
Coglierò il raggio del sole rifratto nell’occhio dei cigni
sugli stagni,
nell’acqua diafana soffierò col vento dei miei bronchi.
Busserò alla corteccia degli alberi e pagherò il salario
agli scoiattoli che stanno all’opera
ripagherò la mitezza delle tortore e limerò l’aria con le cicale.
Nella bottega di mastro Boscaiolo busserò alla corteccia
degli alberi.
Starò di guardia con la possente alabarda alle tane delle volpi
simpatizzerò coi lupi e scriverò un trattato
di memoria, diario dei miei giorni,
novena e quarantena,
come l’insolente parodia
dei controllori del cielo, nella bellezza che abbaglia i guitti
che poveri in canna portano nelle scarpe
un talismano impappinato.
Busserò alla corteccia degli alberi
nella bottega di mastro Boscaiolo;
mi atterrò scrupolosamente al calendario dei viaggi sul sentiero
e nel maggio che abbaglia e nel proditorio novembre
abbraccerò quei morti che i vivi sotterrano lungo i fiumi.
A dismisura, a dismisura, salendo la graduatoria dei nostri padri,
santità dopo santità, ferocia dopo ferocia,
cogliendo il raggio del sole rifratto
negli occhi dei cigni sugli stagni.
E quand’ero giovane me ne stavo appollaiato sugli alberi freschi
e in panciolle fra la vipera velenosa e il grazioso agnello;
da vecchio pagherò l’affitto nella bottega
di mastro Boscaiolo
per ridire la litania dei miei giorni con lui e lodare i veloci
controllori del cielo, ripagare la mitezza delle tortore,
e infilare il talismano nelle scarpe dei guitti,
dialogare col lupo e mescere il vino alle volpi;
a dismisura, a dismisura, salendo la graduatoria dei valorosi padri,
santità dopo santità, ferocia dietro ferocia,
e abbraccerò lupo e volpi, accoglierò i poveri in canna
e pagherò la parcella agli scoiattoli all’opera
e il biglietto d’ingresso nel teatro degli usignoli cantanti.
Busserò alla corteccia degli alberi
nella bottega di mastro Boscaiolo
e coglierò il raggio rifratto
negli occhi dei cigni
sugli stagni.

 

 

 

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